CAPITOLO 2: GLI AMICI DI GUMMY


Il suo amico Goofie, un Labrador indignato è la tipica vittima della ripetitività.
Per lui la vita è un susseguirsi di giorni, settimane e mesi, in zona controllata, di non rischio e quindi di non gioia ma, secondo lui, neanche di sofferenza. Si è scelto la maschera dell'ipercritico e non schioda da quella perché si sente protetto. Guai a parlargli di cambiamento. Per lui è troppa la paura di sperimentare nuove dimensioni.
Intanto però Grimmy, sua moglie giraffa, gli fa le corna e lo sadicizza comprando tonnellate di vestiti griffati per uscire coi Cavalli. La cosa che più lo innervosisce sono tutti quei colli di pelliccia che si compra essendo lei una giraffa ex modella.
E' leggermente invecchiata e il suo gusto di apparire l'ha trascinata in una sfrenata vita mondana.
Goofie, quando lei torna a casa dai suoi pomeriggi misteriosi, senza dire una parola si infila la sua vecchia vestaglia scozzese mentre lei si trucca per uscire di nuovo, sovrastandolo ovviamente con tutto il collo e parlando sempre al telefonino per combinare la serata. E' così alta che lui non riesce a sentire cosa dice o forse fa finta di non capire per non affrontare l'argomento della loro relazione. Dice solo che vuole andare a dormire o guardare la tele. Dice che preferisce così. Che tutto fa schifo, che gli animali sono orrendi e noiosi e che gli importa soltanto dei figli. Cosa fra l'altro non vera, perché gli dedica solo poche ore alla settimana sulle 168 a disposizione.
Spesso Goofie, sopraffatto dalle balle che racconta, a se stesso e agli altri, và a bere di nascosto al bar. Se no se ne sta' chiuso in camera a dormire.
E' depresso, dice, ma forse è solo egoista. Forse oltre alla volontà di agire ha perso anche la capacità di capire.
E' come se qualcuno gli avesse minato le certezze. Come se gli avesse minato prima una parte del suo territorio, poi quella opposta. E lui fin lì ha capito che poteva spostarsi. Poi gli ha minato l'intero territorio e lì, senza la possibilità di fuga, la sua voglia di cercare si è arresa.
Troppo difficile la vita.
A quel punto anche quando il semaforo è verde non si ha più la volontà di attraversare la strada. Gummy pensa che Goofie ha perso fiducia nell'amore per via di tutte le corna che gli mette Grimmy. Lui non potrebbe nemmeno immaginare il tradimento della sua Lovie. Ma Goofie se le merita le corna, tanto se ne frega! Anzi è lui che se le vuole. E' Grimmy che manda avanti la baracca, e così lui deve star zitto perché non ha la forza di reagire.
Ma forse è proprio questo che fa impazzire Grimmy: questo suo essere troppo accomodante. Tutti i vicini sanno che lei si fa il vecchio leopardo per interesse e che và a casa sua il pomeriggio approfittando del fatto che lui è già in pensione.

E' chiaro che ha messo gli occhi sulla sua pelliccia. Ma secondo Gummy la pelliccia di leopardo viene al secondo posto. Lei ha smesso di amare Goofie perché lui è indifferente a tutto: perfino a sé stesso. Perché Goofie ha perso ogni stima di sé e non fa niente per riacquistarla. Preferisce rinchiudersi, ritirarsi dalla vita piuttosto che sforzarsi di cambiare le sue abitudini, il suo carattere, il suo destino.
Gummy forse è romantico, ma pensa che tutto nella vita sia reciproco. Lui ama Lovie e questa è una garanzia che lo mette al riparo dal tradimento ma soprattutto dall'abbandono.
Ma questo non è esattamente quello che pensa Lovie. Lo accusa sempre di essere altrove con il pensiero, di non accompagnarla allo stagno a fare le cure dei fanghi o di non spiegarle come funziona il mercato delle pelli, e se lei è in pericolo con quelle sue squamette meravigliosamente blu. Ultimamente Lovie, secondo Gummy, fa troppi paragoni con i suoi amici Goofie e Rènè e non potendo scegliere Goofie perchè troppo perdente, cita sempre Rènè l'altro suo grande amico, un ragno di successo. La famiglia di Rènè tesse da cinque generazioni e lui ha ereditato una fortuna. Lui sembrerebbe un gran signore, invece Gummy sa benissimo che ama solo le ragnatele che freneticamente costruisce per catturare le vittime designate. E' semplicemente questo il vero e losco disegno della vita di Rènè, priva di progetti ma piena di sensazioni, un dolce passatempo.

La sua tecnica di battaglia contro la morte lo porta a confinare ed isolare le sue prede marcandole sempre più strette, per poi mangiarsele. E' chiaro che restando sempre solo e sazio è sempre di buon umore, quindi altamente seduttivo. Secondo Lovie, Rènè non ha scheletri nelle sue campagne dove tesse all'infinito. E questo chiaramente per Gummy, che lo conosce bene, è una bestemmia. Gummy sa che per Rènè i rapporti con le femmine sono solo un gioco per conquistarle, consumarle e gettarle. Un vero sciupafemmine, lo conosce sin da quando erano cuccioli entrambi, e Rènè questo trattamento lo aveva fatto anche con la loro baby-sitter, una Gru rosa e timida.
Rènè non era rimasto insensibile agli occhi della gru, carichi di desiderio e riluttanti allo stesso tempo, che guizzavano tra le piume rosa dove lei affondava il becco. Era riuscito con le sue giovani tele a catturare la passione della gru, e quando era tornato ai suoi giochi infantili insensibile agli sguardi della preda, lei si era trasformata in un cumulo improvviso di aggressività insospettata, un vero rapace. Lo scoppio di violenza nel parco giochi, era stato tale che erano accorse anche le gazzelle a dividere i due e di riflesso a comunicare l'accaduto alle famiglie. Così era sfumata la vacanza con corso di vela incluso, che Gummy doveva fare con Rènè accompagnati dalla gru.
Rènè era cresciuto poi perseguendo ostinatamente il bello. Sempre curatissimo nell'abbigliamento, sempre con le zampe depilate, con la costante necessità di tenere alto il livello del successo.
Gummy conosceva questo processo psichico, perchè in parte gli apparteneva. Però di Rènè invidiava la determinazione, perchè lui al contrario si arrendeva subito, se non trovava terreno fertile e ultrasicurezze. Gummy non aveva desideri, perchè non poteva permettersi che andassero delusi.
Questo lo pensava fino alla notte della rottura con Lovie.