CAPITOLO 4: LE RIMOZIONI DI GUMMY


Stare per i fatti propri: una parola! In poco tempo era emersa la solitudine e la necessità d'interpretare il destino la cui incertezza aumentava la sua sensibilità.

Contava tutte le targhe, non pestava le righe e si obbligava a dei rituali sempre più severi. Oltre a lavarsi le zampe in continuazione come sempre, prima di andare a dormire doveva controllare tutto: che la porta di casa fosse chiusa, che il gas fosse spento, che i rubinetti fossero tutti stretti, e che gli oggetti della sua cuccia fossero in un ordine meticolosamente geometrico.

Ma tutto questo non lo faceva una volta, ma almeno dieci, così andava a letto sempre più tardi e sempre più stremato. Perchè compiva tutto questo come un'automa senza un progetto nè emozioni?

Forse perchè riempiva tutto il suo tempo e non gliene rimaneva per la nostalgia d'amore.

Quando stava in casa da solo, anzichè pianificare il suo agire o telefonare per organizzare e incontrare, si riempiva di patatine e gin. In un certo senso raggiungeva uno stato di sazietà e di euforia. Si sentiva padrone della sua vita, tenendo a bada il manco di relazioni. Ma poi si colpevolizzava. Era libero o perduto?

Una sera gli aveva telefonato lo snobbissimo shatush, anche lui in via d'estinzione per via del golf che non gli dava più il piacere del gioco. Lo aveva invitato ad una prima del cinema. Una serata ad inviti scintillante di luci.

Ma, brutta sorpresa, all'entrata gli si era parato davanti uno stuolo di macchine fotografiche e telecamere.

Dunque, doveva attraversare una radiografia di tutti i suoi difetti per raggiungere la sala.

Di colpo gli era sembrato che il pelo non fosse a posto e un improvviso batticuore lo aveva fatto sbandare verso i lati della passerella di accesso.

Aveva voluto solo fuggire da quei riflettori che monitorizzavano la sua inadeguatezza e soltanto immaginando le scene di un film che gli era piaciuto molto era riuscito a non scartare troppo dal percorso e a raggiungere la sua poltrona.

Allora aveva anche l'agorafobia! Non voleva ridursi come Goofie a cui era successo di essere avvolto da una nebbia improvvisa in autostrada mentre tornava da uno dei suoi rari week-end. Lontano dal suo territorio abituale, aveva perso l'orientamento e gli era venuta una forte sudorazione mista a tachicardia e tremore... Aveva perso il guinzaglio e la medaglietta, ma gli era bastato fermarsi sul ciglio della strada perché le gazzelle lo ritrovassero.

In seguito aveva consultato tutti i cardiologi dello zoo, ottenendo anche il parere dell'Alce il massimo esperto in fatto di cuore.

Il pericolo di qualcosa di organico si era rivelato inesistente, ma ugualmente Gonfie, si era arroccato nella convinzione di non muoversi più dalla sua tana per paura di un nuovo attacco di panico. Per lui la possibilità di nuove esperienze arricchenti si era praticamente chiusa.

Gummy non era così. E' vero che solo quello che gli faceva piacere lo distoglieva dal dubbio se essere, non essere o dormire, ma non voleva impedire totalmente che la vita e il nuovo entrassero nel suo quotidiano.

Senza assecondare i suoi desideri, ma solo il dover essere si era messo a telefonare al gruppo delle Tartarughe. Avevano una certa età e bastava da parte di Gummy un'occhiata triste e intensa e una scrollata di pelo lucido perché roteassero il collo estasiate o addirittura si mettessero a guscio rivoltato assolutamente inoffensive. Ma le emozioni e la curiosità sparivano presto e con loro la voglia di vivere

Non sapendo cosa dire soprattutto a sè stesso si inventava quello che per lui era importante e che loro per un motivo o per l'altro non potevano dargli. In pratica le depistava e queste poverette si consumavano per risolvere problemi che non avevano niente a che fare con lui.

Si telefonavano anche fra di loro per dargli consigli utili e mentre lui le contraddiceva con un "sì... però.. ma non è detto.." diventavano sempre più rugose e intanto lui, innervosito anche da questo fatto, si trasformava in un passivo guerrafondaio. Assumeva il tono schivo della vittima e sferrava critiche, intollerante di ogni loro iniziativa.

Intanto il suo narcisismo galoppava insieme alla certezza di avere sempre ragione, come nel caso di Lovie, come nel caso del Tasso che aveva lasciato passare la Jena.

Avere ragione gli dava autostima, ma purtroppo non la voglia di vivere con la Tartaruga di turno.

Visto che si ritrovava sempre daccapo, come per azzerare il tempo di quel periodaccio che non lo faceva sentire né vivo, né morto si era dato alla palestra e alle diete, per contrastare l'opera distruttiva del tempo.

Purtroppo era incappato in uno splendido Anaconda: Jim iperpalestrato e osservante stretto delle diete, che però presupponevano la decimazione di ettari di flora oltre che di vari esemplari dello zoo.

A Gummy questo non andava giù, ma poco strutturato com'era, aveva ceduto al modello di vita di Jim. La giornata alimentare di Jim era costituita da due boschi di banani e una piramide di Gnu, Zebre, Gazzelle che lui ingeriva con dedizione e metodo 6 volte al giorno, parlando tra un boccone e l'altro, della sua inflessibile disciplina nel seguire le regole della dieta dissociata. Associata invece ad esercizi fisici massacranti. Risultato: Jim non aveva un filo di grasso era undici metri di puro muscolo strisciante.

Gummy solo per riuscire a mangiarsi un quarto di bosco di banani faceva uno sforzo titanico. Non se la sentiva di fare di più in nome della dieta e delle 6.ooo calorie quotidiane da ingerire per poter sollevare giornalmente circa 8.000 chili. Jim lo rimproverava perché non seguiva la dissociazione e non toccava proteine. Avevano litigato, ma Gummy non poteva andare contro la sua natura, già aveva dovuto fare a meno dell'eucalipto per sopravvivere, ma era comunque strettamente vegetariano. Se avesse mangiato cadaveri si sarebbe comunque estinto. Non voleva fare la fine delle Mucche bipolari, cannibali e disperate.

Negativizzare Jim pensando che passava la sua giornata a masticare, sollevare e dormire era stato un passaggio obbligato. Gummy in fondo, aveva il pelo ancora folto e non gli interessava scolpirsi il corpo, non viaggiava nudo come Jim.

Meglio tornare ai vecchi vizi: lavarsi le zampe, controllare il gas, e tastare le chiavi in tasca anche quando era in casa.

Purtroppo però i rituali e le compulsioni si erano intensificate, la paura cominciava a farsi strada.