CAPITOLO 6: RICADUTE
A volte si sentiva sopraffatto dalla solitudine. Qualsiasi suono animalesco
lo ricollegava alla calda realtà strappandolo dallavirtualità in cui si era
incuneato e in cui tutto era possibile.
Una sera aveva risposto alle insistenti telefonate di spoongie la mucca bipolare.
Dopo tutto non voleva impegnarsi in una scelta mastodontica di perbenismo.
Sapeva che troppe regole uccidono il piacere di vivere e che con la fine sicura
di un periodo subentrava l'ansia come quando si decideva di non vedere più una
persona perché troppo negativa.
Solo la possibilità di perdonarla curaval'ansia di essere irrimediabilmente
soli. Così si giustificava di prendere delle pause dai suoi propositi vivendo
anche il lato oscuro del suo io.
L’elefante diceva che per creare aveva bisogno dei suoi angeli e dei suoi diavoli
e il leopardo che il primo atto creativo era distruttivo.
Ruminando questi pensieri aveva risposto alla mucca bipolare. Però sapendo che
le serate che proponeva erano al limite del trash pericoloso, aveva deciso di
coinvolgere anche Goofie un po' per generosità, per toglierlo dal suo letargo
e un po’ perché aveva paura di non avere una spalla.
Spoongie era una che passava la giornata a fare P. R. per Aldo un maiale che
si era arricchito con la borsa e si vantava di appartenere alla famiglia dei
Porcaloca perchè suo padre aveva sposato un'oca da fois gras. Visto che Aldo
invitava tutti nei posti più costosi e sul suo yacht di 40 metri, Spoongie pensava
diaver fatto un buon colpo a lavorare per lui. In realtà questo le aveva fatto
perdere qualsiasi contatto con la realtà per via dei soldi e delle sensazioni
facili di Aldo.
Per via che la sua fortuna era insperata e quindi precaria, Aldo era caduto
in depressione alternando euforia e immobilismo in cui pretendeva che Spoongie
stesse zoccolo nello zoccolo con lui.
Lei, a suo nome, invitava a destra e a sinistra senza che questo riguardasse
l'amicizia o un progetto comune. Non capiva più perché lo faceva e non si divertiva
nemmeno più perché col pensiero era sempre altrove, in cerca di altri soggetti
da stupire. Intanto la sua dipendenza da Aldo aumentava e lei non trovava neanche
più il tempo di telefonare a sua madre. Si cibava della sua ossessione e cioè
di sé stessa un po' come tutte quelle della sua famiglia.
Quella sera Spoongie aveva proposto un insieme di puttane e di divertimenti
a pagamento. L'ideale per Goofie chiuso nei suoi stretti orizzonti. Le mercenarie
data la difficoltà del caso erano l'ideale per stanarlo dal suo rifugio prigione
perché oltretutto era arrogante e la gente normale non lo sopportava.
Spoongie conosceva delle Trote che arrotondavano trovando qualcuno di generoso.
Le aveva viste all'opera con Aldo, gli facevano credere che era un genio, ridevano
come pazze alle sue battute. Quello che ci voleva per Goofie, ammalato di insicurezza.
E Goofie si era lasciato convincere. Già al ristorante una delle due Trote gli
era scivolata addosso e gli aveva preso la zampa.
Goofie però era talmente sensibile, che non si accontentava di una facile farsa,
ma voleva anche essere amato. Purtroppo la Trota occhieggiava anche Gummy visibilmente
attratta dai suoi occhi tristi all'ingiù che facevano innamorare tutte le specie
della zona.
O forse la Trota pensava di rendersi più interessante sfuggendo ai clienti come
al solito sempre un po' masochisti. Fattosta che la serata era finita male.
Goofie con un gesto di superiorità aveva pagato il conto e l'extra per la Trota
e se ne era tornato a casa risentito.
Perché la competizione aveva preso il sopravvento sull'amicizia, sulla
socializzazione su un nuovo modo di esorcizzare il tempo?
Lo zoo non era una felice colonia di artisti, ma una giungla farcita di malessere,
ignoranza e cattiveria tutte caratteristiche accelerate da mancanza di spazio
e di nutrimento in generale.